Chi sono:
     
Sono nato il 15/12/1948, ho frequentato il liceo classico e mi sono laureato in medicina nel 1973. Ho sempre lavorato in Ospedale come internista in un reparto di Medicina. Mio papa’ era medico e figlio di un fuochista, mia madre è figlia di un autista. Sono sposato e ho una figlia di nome Eura. Mi è sempre piaciuto costruire macchine di ogni tipo e dipingere. Il mio primo riferimento estetico sono stati i pittori “primitivi” del rinascimento.
I primi quadri che facevo erano astratti e risentivano del gruppo Como. Dal 1980 sono passato dalla pittura astratta alla scultura astratta che preferivo perché con la scultura si stabilisce un rapporto anche fisico diretto.
Negli anni 90 ho abbandonato l’astrattismo che sentivo troppo distante dalla realta’ mia e del mondo e sono diventato espressionista sempre meno astratto. Dopo aver “ capito” Du Champ, mi sono convinto che l’arte è una convenzione , mi sono liberato da preconcetti estetici e ho visto che si puo’ fare qualsiasi cosa con qualsiasi materiale, purchè vi sia un progetto e si eviti la casualita’, come diceva Goja. Il linguaggio scandito e pacato di Piero della Francesca è rimasto un bel sogno legato al suo tempo, anche se spesso nell’arte anche contemporanea che mi piace, trovo strane assonanze che non so definire: “classicismo”?, “espressionismo decantato”?, ”sublimazione razionale dell’espressione?... I soggetti sono quelli legati alla mia vita psichica, quelli suggeriti dalla mia professione che mi avvicina alla sofferenza e alle domande estreme, il mistero, lo stupore per la natura bella ma anche cieca, l’ipotesi metafisica, lo sviluppo della tecnologia, con le luci e le ombre ad esso riferiti, il dare voce a una umanita’ che non puo’ parlare o non sa parlare ( io stesso), l’idea che il mondo si prepari ad una rinascita, all’evento decisivo… I materiali son variabili a seconda del progetto: legno, legno di scarto, ferro, plastica, oggetti di risulta, come tubi ( per le voci), materiale elettronico, cemento, catrame, gesso, vetro, vernici spray, ecc.
     
PS. Accanto ad ogni opera ho collocato un piccolo commento che ha soltanto lo scopo di illustrare le intenzioni dell’autore, senza precludere qualsiasi altra interpretazione. Poiché si tratta spesso di metafore, la lettura dei lavori puo’ infatti causare qualche difficolta’ di comprensione, non imputabile all’osservatore ma alla carente comunicativita’ dell’opera. Cattivo segno sulla loro validità estetica, ma cio’ nonostante mi continuo a divertire a trasformare “le certezze in enigmi”.
  © 2011 www.fabiorossinisculture.it